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- Utilizzo della mascherina e distanziamento fisico
 
- Igienizzazione delle mani con acqua e sapone e/o soluzione idroalcolica (che troverete anche in studio)
 
- Puntualità di accesso allo studio (per evitare di stazionare per lungo tempo in sala di attesa)
 
- Riorganizzazione e distanziamento degli appuntamenti per consentire la sanificazione delle superfici di contatto e l’aerazione della stanza dopo ogni seduta
 
- Sospensione delle sedute in studio (eventualmente sostituite da sedute online via Whatsapp o Skype in caso: sintomatologia sospetta, positività a Covid-19, contatto con persona positiva

 

 

Non ti vergognare di chiedere aiuto

Se pensi che la tua paura ed ansia siano eccessive e ti creino disagi, non avere timore di parlarne e di chiedere aiuto ad un professionista, lo Psicologo conosce queste problematiche e può aiutarti in modo competente e concreto.

Tutti possiamo avere necessità  in certi momenti o situazioni di un confronto, una consulenza, un sostegno, anche solo per avere le idee più chiare su ciò che proviamo e gestire meglio le nostre emozioni . Questo non ci deve far sentire “deboli”. Non è debole chi chiede aiuto per aumentare le proprie risorse e quelle dei propri cari.

 

Per fissare un appuntamento potete contattarmi al numero 3474915691.

Dott.ssa Danila Macciò.

 

 

Come curare la depressione.

La depressione è uno dei disturbi psicologici più diffusi: circa 20% della popolazione presenterà un episodio depressivo nel corso della propria vita.

La fascia d’età più a rischio per la depressione va dai 25 ai 50 anni, con un picco dai 35 ai 45 anni. Tuttavia, sono in continuo aumento le depressioni fra i giovanissimi, i bambini e gli adolescenti.

Le statistiche indicano che la donna, rispetto all’uomo, ha il doppio delle probabilità di ammalarsi di depressione. Ciò sembra legato a fattori ormonali, biologici e, nondimeno, culturali: le donne, infatti, sarebbero più disponibili ad ammettere il loro disagio psicologico e a chiedere aiuto.

Nonostante la notevole diffusione e l’assoluta possibilità di curarla, solo una minoranza delle persone depresse si rivolge ad un professionista per una diagnosi e per un aiuto terapeutico. Ciò è legato alla natura stessa della malattia (ai suoi stessi sintomi: anedonia, disperazione, senso di colpa, ecc…), alla difficoltà di riconoscersi come bisognosi di aiuto ed alla disinformazione.

Molto spesso, chi soffre di questa malattia, è mal compreso da familiari ed amici e viene etichettato come persona poco volenterosa e che, intenzionalmente, si lascia abbattere di fronte ai problemi piuttosto che affrontarli e reagire. L’atteggiamento generale di chi circonda la persona depressa, seppur con le migliori intenzioni di “scuotere” e di far reagire, è spesso vissuto come un giudizio, come una valutazione negativa: ciò non fa altro che alimentarne sensi di colpa ed inadeguatezza.

Proprio per l’impatto distruttivo che ha la depressione (non solo sul nostro benessere psicologico ma anche sulle relazioni con gli  altri), è importante riconoscere questo disturbo e curarlo il prima possibile.

E’ importante riconoscere i sintomi che possono indicare un disturbo depressivo in modo che chi ne sia colpito possa rivolgersi a professionisti e ricevere le cure adeguate.

La depressione può essere affrontata non solo farmacologicamente ma anche, efficacemente, attraverso interventi psicoterapeutici specifici come quello psicodinamico (che trae le sue basi dalla psicoanalisi).

Tale approccio terapeutico consiste nel far fronte a situazioni di stress e disagio psicologico  attraverso l’uso della comunicazione verbale come mezzo per elaborare e risolvere le proprie difficoltà.

In tale prospettiva si evidenziano diversi aspetti che possono contribuire a sviluppare e mantenere una sintomatologia depressiva.

A volte ci sono circostanze della vita che possono contribuire a “scatenare” una reazione depressiva: la morte di una persona cara, la perdita di un lavoro, la fine di un rapporto di coppia, un insuccesso personale vissuto come fallimento, prolungati conflitti familiari, ecc…

Ciò che accomuna questi eventi è l’aspetto luttuoso. In ognuno di essi la persona perde qualcosa di significativo: un caro, una relazione, un certo status, un’aspettativa relativa ad un’immagine di sé o di una relazione importante.

Il percorso terapeutico mira ad accompagnare la persona nell’elaborazione emotiva di questa perdita e nel ri-calibrare, in base alla situazione presente, le proprie convinzioni ed aspettative.

Non sempre si individua nel presente una specifica situazione esterna che funge da fattore scatenante. Nella depressione, si denota una forte vulnerabilità dell’autostima: ciò dipende spesso da problematiche precoci con le figure di attaccamento affettivo (ad esempio i genitori). Tali problematiche sono presumibilmente legate ad esperienze di disagio emotivo, di mancanza d’aiuto e supporto, a fantasie o paure di perdita e di abbandono. La fragilità dell’autostima porta la persona con depressione ad una forte sensibilità emotiva verso i sentimenti di vergogna e rabbia che queste esperienze hanno provocato, spesso ad un livello assolutamente inconsapevole.

 

Un altro aspetto fondamentale è proprio il conflitto emotivo creato dai sentimenti di rabbia (esasperati da eventi di perdite, abbandoni, frustrazioni e mancanza d’aiuto) che sono stati sperimentati nel corso della vita.

 

Nella terapia della depressione il punto centrale è la comprensione emotiva del significato dei sintomi, attraverso il ricondurli e collegarli ad una loro possibile origine: da qui si potrà partire per un cambiamento. Dare un senso alla situazione, al proprio stato d’animo, è ancora più importante per chi, come il depresso, si sente impotente, confuso e senza speranza rispetto alla propria sofferenza.

 

 

La depressione non può essere affrontata da soli con la “forza di volontà”: questa stessa forza va però messa in campo nella ricerca di un aiuto professionale. Il desiderio di cambiare e di stare meglio è, infatti, alla base di ogni psicoterapia ed è alla base di ogni cambiamento verso il benessere e l’equilibrio.

- Cos’è la depressione?

 

La depressione è classificata come un disturbo dell’umore.

L’umore nel linguaggio comune indica una disposizione dell’animo o un atteggiamento interiore. In medicina e in psicologia, è inteso come lo stato emozionale interno di un individuo, ossia l’insieme delle disposizioni affettive ed istintive che determinano il tono prevalente dell’attività psichica.

L’umore può avere un potente effetto sulla nostra vita, sul nostro comportamento, su ciò che pensiamo, sentiamo e desideriamo. L’umore è, per sua natura, estremamente fluttuante in ognuno di noi e presenta diverse sfumature; ciò dipende da parametri psicobiologici, da stimoli provenienti dal mondo esterno o da contenuti del nostro mondo interno.

La perdita dell’equilibrio fra avvenimenti esterni ed interni (la percezione di noi stessi e del mondo), la perdita della capacità di modulare l’umore, è la principale caratteristica dei disturbi dell’umore. In questi disturbi, l’umore rimane come bloccato e non è più modificabile in base agli avvenimenti esterni. Al contrario, è la realtà esterna ad essere letta, “colorata”, in base al tono dell’umore: se l’umore è nero (depressione), tutto viene percepito come nero, se l’umore è euforico (come negli stati maniacali) tutto viene letto con la stessa positività (anche gli eventi potenzialmente nocivi).

I disturbi dell’umore sono i disturbi psichiatrici più diffusi, hanno manifestazioni cliniche molto variabili e sono caratterizzati dalla presenza di molti sintomi sia fisici che psichici.

Alcuni “sintomi depressivi” sporadici e fluttuanti sono esperienza comune nella vita di tutti noi e sono rapidamente transitori: nel linguaggio comune diciamo di “essere depressi” quando ci capita di sentirci un po’ tristi per qualcosa che è andato storto sul lavoro, in famiglia o con gli amici. La tristezza è un emozione umana ed è perfettamente normale attraversare dei momenti di sconforto in relazione a determinati eventi.

La sindrome depressiva è ben altra cosa, ha una durata più ampia, presenta molti sintomi ed è caratterizzata dalla presenza di eventi di vita precedenti all’esordio e da una spiccata familiarità (un soggetto depresso ha molto spesso in famiglia altri soggetti con lo stesso tipo di disturbo). Tale patologia è contraddistinta da sintomi specifici ed è in grado di minare potentemente la capacità di una persona di affrontare la vita. La depressione è una condizione psicologica che influisce negativamente sull’umore, sul pensiero, sul comportamento  e comporta spesso delle alterazioni del sonno, dell’appetito e del desiderio sessuale: tutto ciò diminuisce in maniera da lieve a grave il “funzionamento” di una persona e le sue abilità di adattamento alla vita sociale.

 

La depressione non è quindi un semplice abbassamento dell’umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura se stessa, gli altri ed il mondo esterno.

 

Quali sono i sintomi della depressione?

La presenza di questi sintomi in termini qualitativi e quantitativi determina diversi gradi di gravità della depressione. In base ad essi si avrà un diverso livello di compromissione nella vita quotidiana (lavorativa, affettiva, ecc…) da lieve a molto grave.

Inoltre, va genericamente ricordato che la depressione può esprimersi con una sintomatologia molto diversa non solo da persona a persona ma anche con sintomi diversi nelle varie fasi della vita.

Per questo motivo, molte forme di depressione non vengono riconosciute o vengono confuse con altre problematiche: così capita che la depressione nel bambino venga scambiata dai genitori per iperattività, nel adolescente etichettata come inquietudine, nell’anziano confusa con la demenza senile e nell’adulto sottovalutata e ridotta a una generica condizione di stanchezza e di malessere.

Fra i principali sintomi della depressione si segnalano:

1) Umore depresso. Anche se non sempre la depressione si manifesta con tristezza e disperazione: a volte si manifesta con una forte ansia, con la sensazione che stia per accadere qualcosa di brutto o con irritabilità (all’improvviso non si sopporta più niente e nessuno).

Ansia e depressione possono coesistere: accanto all’abbassamento del tono dell’umore (la persona si sente apatica, irritabile e di cattivo umore), il sintomo predominate è quello dell’ansia. Sono presenti anche pessimismo, sentimenti di incapacità, tendenza a compiangersi e ad incolpare gli altri dei propri problemi. La depressione ansiosa comporta dei sintomi fisici fra cui: difficoltà a concentrarsi, sensazione di avere la mente vuota, disturbi del sonno ed incubi, incapacità di stare fermi, stanchezza eccessiva.

2) Anedonia: marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività. Ci si sente indifferenti a tutto e a tutti (anche alle persone amate), ogni gioia di vivere è scomparsa, tutto appare inutile e senza senso. Si ha una profonda sensazione di noia ed apatia o, nei casi più gravi, di impotenza e disperazione.

3) Significative variazioni ponderali (significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso) o dell’appetito (diminuzione o aumento dell’appetito).

4) Variazioni del sonno: ipersonnia o insonnia (si dorme troppo o troppo poco).

Fra i sintomi “fisici”, oltre alle variazioni dell’appetito e del sonno, si può avere un calo del desiderio sessuale.

Inoltre vi sono forme depressive “mascherate” da malesseri fisici (somatizzazioni): è talmente penoso ammettere a se stessi di stare male che è il corpo a parlare per noi e ad esprimere attraverso se stesso il disagio psicologico con dolori che non hanno riscontrata causa fisica (mal di schiena, di gambe, di testa, dolori  muscolari), con generale stanchezza (che porta a ridurre le proprie attività), con disturbi gastrointestinali o altro.

5) Agitazione o rallentamento psicomotorio (di corpo e mente/pensieri)

6) Affaticabilità o mancanza di energia. Ci si sveglia al mattino già stanchi e non ci si sente in grado di affrontare il mondo: gli impegni quotidiani sembrano richiedere un enorme fatica, c’è un calo delle prestazioni scolastiche o lavorative. Nei casi più gravi, non si trova neanche la forza di alzarsi dal letto.

7) Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa. C’è la tendenza a buttarsi giù, ad avere aspettative negative riguardo se stessi, gli altri, il futuro e l’intera vita. Inoltre ciò è spesso accompagnato da un sentimento di colpa per ciò che si prova, si pensa e per non riuscire a reagire a tutto questo.

8) Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni.

 

9) Ricorrenti pensieri di morte ed ideazione suicidaria. La disperazione è tale che si comincia a pensare alla morte come ad una liberazione e ci si convince di essere un peso per se e per gli altri: si inizia a prendere in considerazione l’idea del suicidio e, nei casi più gravi, si passa all’atto.

- Cos’è la depressione?

 

La depressione è classificata come un disturbo dell’umore.

L’umore nel linguaggio comune indica una disposizione dell’animo o un atteggiamento interiore. In medicina e in psicologia, è inteso come lo stato emozionale interno di un individuo, ossia l’insieme delle disposizioni affettive ed istintive che determinano il tono prevalente dell’attività psichica.

L’umore può avere un potente effetto sulla nostra vita, sul nostro comportamento, su ciò che pensiamo, sentiamo e desideriamo. L’umore è, per sua natura, estremamente fluttuante in ognuno di noi e presenta diverse sfumature; ciò dipende da parametri psicobiologici, da stimoli provenienti dal mondo esterno o da contenuti del nostro mondo interno.

La perdita dell’equilibrio fra avvenimenti esterni ed interni (la percezione di noi stessi e del mondo), la perdita della capacità di modulare l’umore, è la principale caratteristica dei disturbi dell’umore. In questi disturbi, l’umore rimane come bloccato e non è più modificabile in base agli avvenimenti esterni. Al contrario, è la realtà esterna ad essere letta, “colorata”, in base al tono dell’umore: se l’umore è nero (depressione), tutto viene percepito come nero, se l’umore è euforico (come negli stati maniacali) tutto viene letto con la stessa positività (anche gli eventi potenzialmente nocivi).

I disturbi dell’umore sono i disturbi psichiatrici più diffusi, hanno manifestazioni cliniche molto variabili e sono caratterizzati dalla presenza di molti sintomi sia fisici che psichici.

Alcuni “sintomi depressivi” sporadici e fluttuanti sono esperienza comune nella vita di tutti noi e sono rapidamente transitori: nel linguaggio comune diciamo di “essere depressi” quando ci capita di sentirci un po’ tristi per qualcosa che è andato storto sul lavoro, in famiglia o con gli amici. La tristezza è un emozione umana ed è perfettamente normale attraversare dei momenti di sconforto in relazione a determinati eventi.

La sindrome depressiva è ben altra cosa, ha una durata più ampia, presenta molti sintomi ed è caratterizzata dalla presenza di eventi di vita precedenti all’esordio e da una spiccata familiarità (un soggetto depresso ha molto spesso in famiglia altri soggetti con lo stesso tipo di disturbo). Tale patologia è contraddistinta da sintomi specifici ed è in grado di minare potentemente la capacità di una persona di affrontare la vita. La depressione è una condizione psicologica che influisce negativamente sull’umore, sul pensiero, sul comportamento  e comporta spesso delle alterazioni del sonno, dell’appetito e del desiderio sessuale: tutto ciò diminuisce in maniera da lieve a grave il “funzionamento” di una persona e le sue abilità di adattamento alla vita sociale.

 

La depressione non è quindi un semplice abbassamento dell’umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura se stessa, gli altri ed il mondo esterno.